(New York) - La politica sull'immigrazione di molti governi, in tutto il mondo, espone i migranti ad abusi dei diritti umani, tra cui sfruttamento sul lavoro, accesso inadeguato a cure mediche, e detenzione prolungata in condizioni pessime e di sovraffollamento. È quanto ha affermato oggi Human Rights Watch in vista della Giornata Internazionale dei Migranti, il 18 dicembre 2009.
Un riepilogo di 25 pagine di Human Rights Watch sulle violazioni dei diritti dei migranti di quest'anno, dal titolo "Slow Movement: Protection of Migrants' Rights in 2009", tratta di Arabia Saudita, Cina, Cuba, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Francia, Giordania, Grecia, Israele, Italia, Giordania, Kazakistan, Kuwait, Libano, Libia, Malesia, Russia, Sud Africa, Tailandia, e Stati Uniti.
"Si direbbe che i governi dimentichino che quando uomini, donne e bambini emigrano, non lasciano in patria i propri diritti" ha detto Nisha Varia, ricercatrice senior nella divisione per i diritti delle donne di Human Rights Watch. "Anziché proteggere persone che sono già particolarmente esposte al rischio di abusi, molti governi emarginano i migranti ulteriormente con punizioni, o rendendo l'accesso a servizi fuori dalla loro portata."
Ricerche in Grecia, Italia, Libia, Egitto, ed Israele, hanno mostrato la presenza di politiche dure nei confronti degli immigrati in entrata, che comprendono una carenza di esami adeguati per determinare chi sia rifugiato, detenzioni arbitrarie e indefinite, respingimento di individui verso Paesi dove rischiano di subire abusi, e detenzione di bambini insieme ad adulti. Le politiche per ostacolare i migranti quando tentano di attraversare le frontiere possono essere letali. Da maggio, guardie di frontiera egiziane hanno ucciso almeno 17 migranti che tentavano di entrare in Israele.
I migranti, regolari e non, sono spesso soggetti ad abusi o discriminazioni nelle città e nei Paesi che li ospitano. Human Rights Watch ha indagato su maltrattamenti dilaganti nei confronti di collaboratori domestici e operai migranti in Medio Oriente e Russia. Ingannati da mediatori e datori di lavoro privi di scrupoli, questi lavoratori hanno spesso raccontato di orari di lavoro eccessivi, pagamenti mancati, e di passaporti sequestrati. Nei casi peggiori, le loro situazioni equivalgono a lavoro forzato e traffico umano.
"I migranti costituiscono la spina dorsale di molte economie, svolgendo lavori e servizi da cui i popoli dei Paesi ospitanti dipendono, ma che essi stessi si rifiutano di svolgere" ha detto Varia. "Invece di ricevere il rispetto, la libertà, e le retribuzioni che spettano loro, vengono trattati come minacce alla sicurezza e, in generale, come individui non desiderabili e da tenere alla larga."
Coloro che vengono arrestati per reati di immigrazione spesso scontano pene sproporzionate o periodi prolungati di detenzione in condizioni pessime.
Human Rights Watch ha mostrato come gli Stati Uniti deportino numerosissimi migranti regolari per reati non gravi con serie conseguenze per l'unità familiare, e come manchino di fornire adeguata assistenza sanitaria ai migranti in detenzione. Le violazioni alle leggi sull'immigrazione talvolta sono trattate come crimini gravi, come in Malesia, dove le pene possono prevedere detenzione e fustigazione. Il timore di arresto e deportazione comporta anche che i migranti sono costretti a sopportare condizioni di sfruttamento sul lavoro, o che evitano di rivolgersi alle autorità per denunciare gli abusi.
"I governi hanno diritto a controllare i propri confini, ma devono farlo in un modo che tuteli i diritti umani", ha detto Varia. "I migranti che subiscono abusi dovrebbero poter ricorrere a rimedi legali, a prescindere dal loro status migratorio."
I tentativi dei governi di controllare le popolazioni migranti all'interno dei propri territori, si concretizzano spesso in politiche discriminatorie, che restringono largamente la libertà di movimento dei migranti senza alcun legittimo fine. Per esempio, diverse province in Tailandia esigono che i lavoratori migranti siano confinati sul posto di lavoro o, di notte, nelle proprie abitazioni, e proibiscono loro di viaggiare all'interno della provincia. In paesi come Malesia, i governi hanno permesso ronde da parte di gruppi civili per il controllo dei migranti. La migrazione può accrescere il rischio di infezioni Hiv, tubercolosi (TB) o influenza, ma la discriminazione nei confronti dei migranti può impedire loro l'accesso alle cure.
Human Rights Watch ha fatto appello ai governi affinché prendano impegni più risoluti per i diritti dei migranti nel 2010, a partire dalla ratifica della ‘Convenzione Internazionale per la Protezione dei Diritti di tutti i Lavoratori Migranti e dei Membri delle loro Famiglie'. L'organizzazione ha anche sollecitato i governi a:
- Riformare le politiche sull'immigrazione per facilitare la migrazione regolamentare che protegge i diritti dei migranti, e porre freno agli intermediari che ingannano i migranti o fanno pagare tariffe illegali che lasciano i migranti indebitati e più esposti allo sfruttamento;
- Esaminare i migranti intercettati, i nuovi arrivi, e i migranti in detenzione in conformità agli standard internazionali, compresa l'identificazione dei richiedenti asilo, ed altri individui vulnerabili, e assicurare che i bambini non accompagnati siano trattati in conformità al loro interesse;
- Assicurare l'accesso a un nucleo minimo di servizi sanitari al di là della cittadinanza o dell'origine sociale, e abrogare misure discriminatorie che prevedano la deportazione automatica di migranti infetti da HIV;
- Migliorare gli standard di lavoro e la loro applicazione in conformità agli standard internazionali, tra cui parità di protezione per i collaboratori domestici, e rafforzare i meccanismi di ispezione per assicurare pagamenti regolari dei compensi e condizioni di lavoro decenti per i migranti;
- Indagare su abusi e omicidi di migranti, che siano ad opera di cittadini privati o autorità di governo, intentare una piena azione penale a carico dei responsabili attraverso le leggi nazionali pertinenti e assicurando, nel contempo, protezione ai migranti da ritorsioni. Le indagini sugli abusi dovrebbero svolgersi indipendentemente dallo status contrattuale o di cittadinanza dei migranti.