Aggiornamento: Al 28 maggio, Malta deteneva arbitrariamente 425 persone su quattro navi da crociera turistiche appena fuori dalle sue acque territoriali.
(Milano) - Il Governo Maltese dovrebbe permettere immediatamente a più di 160 persone detenute su due navi turistiche private, appena al largo delle acque territoriali maltesi, di sbarcare a Malta e di chiedere asilo se lo desiderano, ha detto oggi Human Rights Watch.
Dal 30 aprile 2020, il governo maltese paga una società privata per tenere le persone in alto mare su navi progettate per crociere da diporto. Il governo non ha fornito né una base legale, né uno scopo legittimo per mantenere le persone su questi traghetti, rendendo arbitraria questa privazione della libertà.
"È incredibile che il governo maltese abbia tenuto queste persone prigioniere su traghetti turistici, in condizioni miserabili, per settimane per fare pressione sugli altri paesi dell'UE affinché li prendessero", ha detto Judith Sunderland, vice-direttrice ad interim della divisione Europa e Asia Centrale di Human Rights Watch. "Le preoccupazioni per Covid-19 e le lamentele di lunga data, in parte giustificate, per la mancanza di un'equa condivisione delle responsabilità, non possono scusare questo comportamento vergognoso".
Francia e Portogallo hanno dato prova di leadership e di umanità offrendo la possibilità di ricollocare alcuni degli uomini, e altri paesi dell'Unione Europea (UE) dovrebbero seguire il loro esempio, ha detto Human Rights Watch.
Le persone sono state salvate in mare tra il 30 aprile e il 7 maggio. Il 30 aprile, il governo Maltese ha organizzato il trasferimento di 57 persone, salvate il giorno prima da un peschereccio privato, all'Europa II, un traghetto turistico di 34,75 metri di proprietà di Captain Morgan Cruises Ltd. Il 7 maggio, una motovedetta delle Forze Armate di Malta ha salvato 45 persone e ha coordinato il salvataggio mediante un peschereccio di 78 persone.
Tutte le 18 donne e i bambini sono stati portati a terra, mentre le altre 105 persone sono state trasferite lo stesso giorno sul Bahari, un traghetto turistico di 23,59 metri di proprietà della stessa compagnia. Questo gruppo è stato successivamente trasferito, il 15 maggio, sull'Atlantis, un traghetto di 39,6 metri di proprietà del Captain Morgan Cruises. Queste imbarcazioni, tutte battenti bandiera maltese, sono imbarcazioni da diporto progettate per brevi crociere turistiche e non per ospitare persone per lunghi periodi.
Il governo non ha dichiarato se si tratta di una quarantena obbligatoria per limitare la potenziale diffusione di Covid-19, né è chiaro se abbia attuato misure di salute pubblica, come i test per Covid-19, isolando chiunque abbia sintomi e consentendo il distanziamento sociale. Anche se fosse stata intesa come quarantena, entrambi i gruppi sono stati su queste imbarcazioni per un periodo più lungo di quello comunemente richiesto di 14 giorni.
Le condizioni a bordo, mai adeguate, sembrano peggiorare in modo significativo. Il 19 maggio, un uomo ha inviato un post su Facebook all'organizzazione non governativa Alarm Phone, che gestisce una hotline per le barche in difficoltà nel Mediterraneo, dicendo di essere a bordo dell'Europa II e descrivendo la crescente disperazione nella "prigione d'acqua".
Ha detto che alcune persone hanno tentato il suicidio e che "l'ansia, il risentimento e la depressione sono aumentati... questo ha peggiorato il nostro stato di salute. Anche a causa della mancanza di una completa assistenza sanitaria, c'è stata un'epidemia di malattie della pelle ... c'è una mancanza di cure quando si tratta di cibo. Sono iniziati gli scioperi della fame e siamo in uno stato deplorevole. Non abbiamo mezzi di comunicazione per mostrare la nostra [condizione] al mondo esterno".
Alarm Phone non è riuscita a raggiungere l'uomo per ulteriori comunicazioni, e nessun gruppo indipendente sembra aver avuto contatti con nessuno sull'Europa II o su Atlantis. Il governo dice che sta spendendo 3.000 euro al giorno per ogni barca e ha richiesto fondi UE per queste spese.
In una lettera alla Commissione Europea, la Fondazione Aditus, la Fondazione Integra e il Jesuit Refugee Service Malta, tre organizzazioni maltesi, hanno dichiarato di non essere a conoscenza di alcuno sforzo da parte delle autorità per individuare le persone vulnerabili o minori non accompagnati, mentre nessuno a bordo ha avuto accesso ad avvocati, interpreti o all'agenzia delle Nazioni Unite (UN) per i rifugiati, l'UNHCR.
Il governo maltese del Primo Ministro Robert Abela ha dichiarato esplicitamente che sta tenendo le persone in mare per fare pressione sugli altri Paesi dell'UE affinché le prendano. Un portavoce del governo ha detto il 30 aprile: "I nostri porti sono chiusi. Ora spetta all'Unione Europea assumersi le proprie responsabilità".
I media hanno riferito che il ministro degli Esteri Evarist Bartolo e il ministro degli Interni Byron Camilleri hanno inviato una lettera alla Commissione europea il 1° maggio, dicendo che i paesi dell'UE non erano stati all'altezza delle promesse di ricollocazione e affermando che le persone, allora 57, su un traghetto della Captain Morgan sarebbero rimaste lì "in attesa del loro trasferimento in altri paesi europei".
Il 9 aprile, il giorno dopo che l'Italia ha dichiarato i propri porti "non sicuri" in mezzo alla pandemia di Covid-19, Malta si è spinta ancora più in là, annunciando che le autorità maltesi "non sono in grado di garantire il salvataggio degli immigrati non autorizzati ... né di assicurare la disponibilità di un "luogo sicuro" sul territorio maltese per le persone salvate in mare".
Malta deve affrontare gravi accuse in almeno due incidenti che hanno coinvolto imbarcazioni in difficoltà a metà aprile. Un'indagine congiunta del quotidiano italiano Avvenire e del quotidiano britannico the Guardian, basata anche sulle prove raccolte da Alarm Phone, ha documentato che le Forze Armate di Malta avrebbero intercettato un'imbarcazione con a bordo 101 persone e invece di salvarle, si sono impegnate in manovre pericolose, avrebbero dato loro alcuni rifornimenti e istruzioni sotto tiro, dicendo loro di proseguire verso l'Italia.
Il 15 aprile, la privata Dar al Salam 1, che avrebbe agito su ordine di Malta, ha intercettato un'imbarcazione che trasportava quaranta uomini, otto donne e tre bambini, e li ha riportati in Libia, dove erano detenuti nel centro di detenzione di Tarik al Sikka a Tripoli. Il 30 aprile, un ex funzionario maltese ha detto ai procuratori, che indagavano sulle accuse, di aver coordinato il pushback sotto le istruzioni dell'ufficio del primo ministro come parte di un ruolo di lunga data come collegamento con le autorità libiche nella parte occidentale del Paese. Una ricostruzione del viaggio della barca da parte di Avvenire suggerisce che la mancata risposta da parte delle autorità maltesi e dell'UE ai ripetuti allarmi di emergenza ha contribuito alla morte di almeno cinque persone, i cui cadaveri erano a bordo quando la barca ha raggiunto la Libia. Altre sette persone non sono state ancora ritrovate.
Malta ha chiare responsabilità, in base al diritto internazionale, di rispondere alle imbarcazioni in pericolo in mare, di mettere in atto o coordinare le operazioni di soccorso all'interno della sua area di ricerca e salvataggio e di garantire lo sbarco tempestivo in un porto sicuro. Secondo il diritto internazionale, le restrizioni possono essere imposte sui diritti per motivi di salute pubblica, ma devono essere proporzionate, non discriminatorie e basate su prove scientifiche disponibili. La pandemia non può giustificare l'abdicazione delle responsabilità di soccorso o il divieto generale di sbarco, che mette a rischio il diritto alla salute delle persone a bordo.
La privazione della libertà senza una base giuridica è una detenzione illegale e arbitraria in violazione del diritto internazionale ed europeo. Il fatto che gli uomini siano detenuti su navi private in acque internazionali non esonera Malta dalle sue responsabilità o dai suoi obblighi secondo il diritto internazionale ed europeo. Ai fini della responsabilità dello Stato, gli uomini sono sotto la custodia e il controllo delle autorità maltesi. La negazione dell'accesso all'asilo è in contrasto con la Carta dei diritti fondamentali dell'UE.
In una lettera al Primo Ministro Abela, il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa ha affermato che le autorità dovrebbero garantire uno sbarco rapido e sicuro e indagare sulle accuse di ritardo o di mancata risposta a situazioni di pericolo. L'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso preoccupazione all'inizio di maggio per le segnalazioni di richieste di soccorso che sono state ignorate e ha ribadito che gli Stati dovrebbero garantire operazioni di ricerca e salvataggio e un rapido sbarco anche in mezzo alla pandemia di Covid-19. Il 21 maggio, l'UNHCR e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) hanno affermato che le persone a bordo delle due imbarcazioni dovrebbero essere portate a terra "il prima possibile", sottolineando che è "inaccettabile lasciare le persone in mare più a lungo del necessario, soprattutto in condizioni difficili e inadatte".
Questo episodio, che ricorda i numerosi scontri in mare che sono stati risolti solo con accordi ad hoc, rende ancora più urgente, accordo tra i paesi dell'UE per un sistema prevedibile per lo sbarco e la ricollocazione di migranti e rifugiati, ha detto Human Rights Watch.
Gli Stati membri dell'UE dovrebbero non solo trasferire questo gruppo e rispettare i precedenti impegni, ma anche condannare fermamente le autorità maltesi per l'arbitraria privazione della libertà di decine di persone e per le violazioni della legge del mare e degli standard di asilo dell'UE, ed esortare Malta a permettere lo sbarco. La Commissione Europea dovrebbe inoltre avviare una procedura d'infrazione contro Malta per aver violato gli obblighi previsti dal trattato UE.
"Crediamo che le 160 persone a bordo di navi da crociera turistiche in alto mare stiano vivendo un grave disagio emotivo e fisico", ha detto Sunderland. "Ma non crediamo che il loro trattamento, e la violazione dei loro diritti, sia degno del popolo di Malta, o di qualsiasi paese dell'UE".